Andrea Ferrari é un tycoon maremmano che fa del Logos in primis mediante la sua formazione come avvocato e dell’ espressione artistica in svariati ambiti i suoi punti di forza. Attualmente é in corso un vernissage alla distilleria Nannoni in Maremma, una villa con adiacente un laboratorio di grappe, gin e whisky pluripremiati. Nella splendido salone dei Nannoni le tele allegoriche di Andrea, arguto e saggio osservatore contemporaneo dell’italiano, riproducendo i vizi, le virtù, così come la forza e le debolezze dell’umanità nostrana, sono create con veementi pennellate materiche e palette che omaggiano l’Espressionismo. Ho avuto il piacere e l’onore di scambiare qualche domanda e risposta con l’artista toscano.
Da dove vieni e la tua formazione.
Sono nato a Grosseto, ho studiato al Liceo Classico e poi mi sono trasferito a Pisa all'universita' di Giurisprudenza. Conseguita la laurea ho iniziato la professione di avvocato, che tuttora svolgo. Contemporaneamente ho studiato arte grazie a mia madre e a mia zia, imparando le varie tecniche, con il suggerimento da parte loro di superarle una volta conosciute. Mentre apprendevo queste tecniche ho compreso di essere portato per l’arte, in particolar modo quella figurativa che è tutt’ora il mio campo d’indagine.
Il tuo debutto come artista. Parlacene.
La prima mostra personale è del 2011 in Maremma ed il primo concorso nazionale è del 2017 a Capalbio, dove raggiungo la segnalazione per la biennale internazionale di Roma.
Che musica ascolti?
Ascolto ogni genere di musica, dalla quale traggo ispirazione. Ho sempre amato la musica italiana, su tutte Mina, Mannoia, qualcosa di Patty Pravo,Giorgia, Luigi Tenco, Bruno Martino, Bungaro e Lucio Battisti.
Quali sono le tue sensazioni quando ricevi dei riconoscimenti per la tua arte?
Le sensazioni che provo quando ricevo riconoscimenti sono di gratitudine per chi mi ha insegnato e trasmesso l'amore per l'arte e gioia, uno stimolo a fare di più e fare meglio.
Un aneddoto legato a uno dei tuoi meravigliosi dipinti.
Una volta un signore si innamorò a tal punto di un mio dipinto già ceduto che mi chiese di fargliene una copia, ma io non ripeto mai lo stesso soggetto due volte, quindi provai ad immaginare la stessa scena solo un attimo prima, così venne fuori un dipinto del tutto diverso che però affascinò il signore che me lo chiese.
Cosa ti lega alla Toscana e in particolar modo alla Maremma?
La Maremma è la terra dove sono nato e, pur avendo soggiornato altrove in Italia e all'estero, in particolare in Germania per studiare l'espressionismo tedesco, è la terra dove torno sempre volentieri perché rappresenta le mie radici.
Hai lavorato anche come attore e scenografo. Parlacene.
Lavorare come attore, regista e scenografo mi ha arricchito come uomo e come artista ed è un'esperienza che potrebbe ripetersi. Mi ispiro alla vita, osservo, scruto, poi metto su tela.
Se potessi scegliere una professione al mondo oltre ad essere artista, quale sarebbe e perché?
Ho la fortuna di fare un lavoro, l'avvocato, che mi da libertà di movimento e contatto umano.